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mercoledì 27 marzo 2019



I PRINCIPI ISPIRATORI DELLA COSTITUZIONE



I principi ispiratori della Costituzione italiana sono:
1.       Il principio democratico e lavorista
2.       Il principio di uguaglianza
3.       Il principio autonomista e la sussidiarietà
4.       Il principio concordatario

1 PRINCIPIO LAVORISTA
La Costituzione italiana, affermando che «l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro» (art. 1), sancisce il principio lavorista: il lavoro, dunque, costituisce il valore centrale dell’ordinamento e il criterio guida della politica nazionale, che deve essere indirizzata verso la massima occupazione.
Il lavoro rappresenta quindi il primo diritto sociale, in quanto costituisce idealmente la fonte privilegiata di sostentamento dell’individuo e lo strumento imprescindibile per affermare la sua autonomia al fine di consentirgli l’esercizio di ogni altro diritto costituzionalmente garantito.
Il diritto al lavoro, sancito dal comma 1 dell’art. 4 Cost. (La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto) si configura come:
·         diritto di libertà: ogni cittadino deve essere libero di scegliere quale attività lavorativa svolgere;
·         diritto civico: ogni cittadino ha un diritto (difficilmente esercitabile) di pretendere dallo Stato un «facere» per promuovere le condizioni che lo rendano effettivo.

A chiarire ancora meglio l’importanza del lavoro è la lettura dell’art. 4 comma 2, Cost. (Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società). Da esso emerge la volontà del Costituente di considerare il lavoro non solo come diritto, ma anche dovere di solidarietà che ciascun cittadino è tenuto ad adempiere per contribuire al progresso dell’intera collettività.

Autore: Francesco Strianese V A

1 Il principio lavorista
E’ uno dei principi ispiratori della  nostra Costituzione.  Ci sono riferimenti già agli art. 1, comma 1 ed all’art. 4, comma 2. Il lavoro non è solo un rapporto economico, ma anche un valore sociale che nobilita l’uomo. Non è solo un diritto, bensì anche un dovere che eleva il singolo. Nella Costituzione, il termine più ricorrente, dopo «legge», è «lavoro» o «lavoratori». Il significato di lavoro – non riducibile all’occupazione e alla retribuzione – è come una bussola, è stato pensato per orientare il cammino di una società chiamata ad attraversare stagioni e lavori nuovi. La Repubblica «è fondata sul lavoro» (art. 1), da cui discendono diritti e doveri per contribuire al progresso «materiale e spirituale della società» (art. 4 Cost.). Lavorando, la persona si costruisce e cresce anche spiritualmente perché per i costituenti cattolici il lavoro era inteso come un «atto creatore».
Quando, durante i lavori della Costituente, Costantino Mortati propose di inserire il principio lavorista come diritto fondamentale, lo pose accanto al principio democratico, a quello personalista e a quello solidarista. È da quest’insieme di principi che si definisce la dignità della persona umana come “valore madre” della nostra Costituzione. Il significato di lavoro nella Costituzione rimanda sempre al significato della dignità della persona e della sua concreta realizzazione come realizzazione di libertà, di crescita personale e comunitaria, di inclusione e di coesione sociale. Il cittadino non viene definito più dal ruolo sociale conferito dalla ricchezza o dai titoli nobiliari, ma dal fare bene ciò che gli viene affidato.
“Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.” 
Abbiamo visionato un video di Benigni sull’art. 4 della Costituzione, mi hanno colpito le paroleMah, io dico la bellezza “materiale o spirituale”  La grandezza sta nell’aver messo insieme quel materiale e spirituale. Il lavoro è proprio il primo principio. inutile che mi dai tutti i diritti, se non ho lavoro. Non sono niente perché sono morto fisicamente ed anche socialmente, non sono nessuno. Quindi la prima cosa che mi devi dare è il lavoro perché ci si fonda, sono le fondamenta. – Aggiunge: “ Guardate che ogni legge che va contro il lavoro è davvero un sacrilegio. Se si escludono momenti di grande bellezza che la vita ci può regalare a tutti noi, e quelli li lasciamo da parte. Amare il proprio lavoro credo che sia la vera e concreta forma di felicità sulla terra” 
La cosa che dobbiamo cercare di fare noi future generazioni è quella di amare il nostro lavoro, dedicare tutto noi stessi a ciò che ci piace fare, a scoprire i nostri talenti e trasformarli con passione, sacrificio e tenacia  in un progetto di vita in grado di arricchire noi stessi e gli altri.

 
“Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.” Mah, io dico la bellezza “materiale o spirituale” tu devi contribuire a farmi stare bene col corpo e l’anima. Sono uguali. La grandezza di aver messo insieme quel materiale e spirituale. Il lavoro è proprio il primo principio. Tu è inutile che mi dai tutti i diritti, se non ho lavoro. Non sono niente perché sono morto fisicamente ed anche socialmente, non sono nessuno. Quindi la prima cosa che mi devi dare è il lavoro perché ci si fonda, sono le fondamenta. E dice che riconosce a tutte questa cosa qua. Guardate che ogni legge che va contro il lavoro è davvero un sacrilegio. Se si escludono momenti di grande bellezza che la vita ci può regalare a tutti noi, e quelli li lasciamo da parte. Amare il proprio lavoro credo che sia la vera e concreta forma di felicità sulla terra.  Cit. Roberto Benigni
La cosa che dobbiamo cercare di fare noi future generazioni è quella di amare il nostro lavoro, dedicare tutti noi stessi a ciò che ci piace fare e non vederlo come un qualcosa che serve solo a monetizzare noi e la nostra famiglia.
Felice Gagliardi V A

Il principio di uguaglianza
Articolo 3 della Costituzione
L’art 3 costituzione enuncia il principio di uguaglianza. Il primo comma dell’art3 è dedicato al principio di uguaglianza formale ed all’enunciazione di una serie di divieti di discriminazione; il 2° comma enuclea il principio dell’uguaglianza sostanziale. Il principio dell’uguaglianza formale deve essere inteso come eguale soggezione di tutti al diritto. Il nucleo forte del principio di uguaglianza è costituito dall’impossibilità per il legislatore di operare distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche ecc. Tale principio vuole prescrivere leggi generali ed astratte per evitare discriminazioni.
Il principio di uguaglianza sostanziale, comporta invece, l’impegno dello stato a creare le condizioni di eguaglianza sostanziale fra i cittadini, ovvero a rimuovere gli ostacoli di natura economico-sociale che di fatto impediscono la partecipazione dell’individuo alla vita del paese. Tale principio tende a provvedere a singoli casi per eliminare eventuali svantaggi. I due principi si limitano e si completano a vicenda. Il principio di uguaglianza è strettamente connesso a quello di democrazia e libertà, i quali a loro volta si fondano su quello di partecipazione.
L’ideale dell’uguaglianza sociale è presente in tutti i Paesi civilizzati per il quale gli uomini si sono battuti moltissimo in passato.
Il principio autonomista e la sussidiarietà

Art. 5 Costituzione La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.
Contrapponendosi all’ordinamento fascista, in cui le istanze pluralistiche ed autonomistiche erano state cancellate, la Costituzione italiana sancisce il principio del pluralismo territoriale, il riconoscimento, cioè, di centri di potere politico autonomi, diversi dallo Stato ma più vicini ai cittadini.
L’Italia è uno stato autonomista e prevede l’esistenza di enti territoriali: Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni.
Il principio di sussidiarietà consiste nel far svolgere all’ente gerarchicamente inferiore tutte le funzioni e i compiti di cui esso è capace. La sussidiarietà può essere orizzontale o verticale.

Il principio concordatario
Riguarda gli articoli 7 e 8 e disciplina i rapporti tra Stato e chiesa.








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