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mercoledì 10 aprile 2019

LA COSTITUZIONE AL MUSEO



LA COSTITUZIONE AL MUSEO 

Nell'ambito del progetto PON "Blogger d'autore" abbiamo avuto un incontro con gli alunni della classe 5D dell'indirizzo turistico dell'ITC che guidati dalle professoresse Ripa e Bellacosa, lo scorso anno hanno partecipato al progetto, prodotto dall'associazione Marano Ragazzi spot festival per il Consorzio Scuola Città di Marano, "A regola d'arte" La Costituzione al museo, nell'ambito dell'alternanza scuola lavoro. Esso mirava ad incrociare i valori, i sentimenti e la bellezza con l'obiettivo di avvicinare i ragazzi ai valori della legalità attraverso la visione interattiva di riproduzioni di opere d'arte.
Insieme a loro abbiamo rivisto il lavoro, è stato un bel momento di condivisione e riflessione sui principi fondamentali della Costituzione (contenuti negli artt. 1 – 12) non a caso hanno ricevuto tale collocazione da parte dei Costituenti: rappresentano il nucleo di valori a fondamento di ogni altro atto normativo gerarchicamente subordinato e dell’azione dei poteri dello Stato. Perciò essi sono anche detti “supernorme”, in quanto non sarebbero modificabili neppure con il procedimento di revisione costituzionale di cui all’art. 139, perché equivarrebbe ad un sovvertimento dell’assetto costituzionale.
Ciò vuol dire che la caratteristica della nostra Costituzione, al pari di altre contemporanee, è che essa ha inteso offrire, accanto a norme più propriamente organizzative dell’assetto istituzionale, altre essenziali in cui viene affermata solennemente l’intangibilità di un nucleo, i principi fondamentali.
Il loro valore si dice essere “precettivo” e non “programmatico”: sono quindi norme suscettibili di applicazione diretta anche quando manchi, nel caso concreto, una esauriente disciplina ordinaria di dettaglio.
L’eventuale violazione di questi principi costituzionali da parte del legislatore ordinario determina l’illegittimità costituzionale della legge stessa.
Tanto premesso, i primi dodici articoli della Costituzione 1 affermano i seguenti principi:
  1. Democraticità - art. 1, 1° comma
  2. Sovranità popolare – art. 1, 2° comma
  3. Inviolabilità dei diritti – art. 2
  4. Uguaglianza formale ed uguaglianza sostanziale – art. 3
  5. Diritto al lavoro – art. 4
  6. Riconoscimento delle autonomie locali – art. 5
  7. Tutela delle minoranze linguistiche – art. 6
  8. Libertà religiosa – art. 8
  9. Sviluppo della cultura, della tutela ambientale e del patrimonio storico ed artistico – art. 9
  10. Ripudio della guerra come strumento di offesa – art. 11
  11. Riconoscimento di collaborazioni internazionali – art. 10
  12. Struttura della bandiera italiana – art. 12
I principi fondamentali sono reperibili in: http://www.quirinale.it/qrnw/costituzione/costituzione.html

Abbiamo scelto di riportare solo tre delle immagini con le quali A regola d’arte” di Marano ha  rappresentato  i  12 principi fondamentali della Costituzione, seguito da un breve commento della nostra redazione, riportiamo di seguito il link al progetto sopra citato





La fanciulla, pallida e affranta, è una rappresentazione allegorica dell'Italia dopo la sconfitta dei moti risorgimentali del 1848 e della conseguente reazione asburigca nel Lombardo-Veneto. Regge tra le mani una croce, su cui sono riportate le date delle Cinque giornate di Milano, e un volume con su scritto “Storia d’Italia”.
Frencesco  Hayez
(Venezia 1791- Milano 1882)
Il nostro commento

L’aver rappresentato l’Italia come una giovane donna sembra farci riflettere sulla fragilità e insieme sulla grande potenza creatrice che lo Stato ha per i sui “figli” – cittadini. 



Bambina con la colomba
Tra le opere giovanili dell'autore, questo dipinto ritrae con grande immediatezza espressiva una bimba che regge nelle mani una colomba, simbolo di pace. Le forme sono rese con linee rapide, in una scala cromatica incetrata sul verde. La colomba, un elemento iconografico che torenerà frequentemente nella produzione di Picasso, era anche il soggetto preferito di Don Jose Ruiz, padre dell'artista. 
Pablo Picasso 

(Malaga 1881 - Mougins 1973)

Articolo 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Il rispetto... è la cosa più bella che ha inventato la Costituzione! 
Prima c’era solo la tolleranza, che consente di accettare le altre, gli altri, ma le/li pone ad un livello inferiore: Noi cattolici abbiamo la verità, però tolleriamo i musulmani anche se non ce l’hanno. Noi eterosessuali tolleriamo gli omosessuali, però noi siamo sani, loro sono malati o comunque immondi. 
Il rispetto elimina i piedistalli e mette tutti sullo stesso piano. Ibrahim, il vostro compagno di scuola, è uno di voi non perché gli fate la carità o lo tollerate, ma perché è uguale a voi... La civiltà è rispettare i diritti di tutte, tutti... in particolare quelli inviolabili, come la vita, la salute, la pace…
Però… C’è un però! L’articolo 2 riconosce i diritti inviolabili dell’uomo. E la donna? È andata a fare la spesa? Sta stirando le mutande? o lavando i piatti? Teniamo gli occhi bene aperti: la stessa Costituzione commette un’ingiustizia! La donna andrebbe risarcita per tante vessazioni, compresa la “dimenticanza” della Costituzione, che comunque sicuramente ricomprende nella parola “uomo” anche la donna, tanto che nell’articolo 3 sancisce esplicitamente l’uguaglianza fra donna e uomo. Però la questione sarebbe inequivocabilmente risolta sostituendo il vocabolo “uomo” dell’artico 2 con “persona”, che rende uguali tutti gli esseri umani anche nel linguaggio. 
(Tratto da La Costituzione al Museo Marano)

Il nostro commento

diritti inviolabili sono quelle posizioni giuridiche da ritenersi essenziali per qualsiasi forma di convivenza associata. Esse sono insite nella stessa natura umana e vengono tutelate a prescindere da qualsiasi legge, costituzionale o meno. I diritti inviolabili sono dunque imprescindibili eppure ancora oggi alcuni diritti vengono ignorati, se non addirittura calpestati. La democrazia, la sicurezza, i diritti (anche i nostri) non sono mai acquisiti una volta per tutte: si possono perdere, di qui la responsabilità di ognuno, la necessità di vigilare su di essi.





Terzo paradiso
Il simbolo del Terzo Paradiso, che riconfigura il segno matematico dell'infinito, è composto da tre cerchi consecutivi. I due cerchi esterni rappresentano l'opposizione tra natura e artificio, quello centrale costituisce la sintesi tra i due opposti, ed è considerato dall'artista "il grembo generativo della nuova umanità". Nel 2014 il simbolo del Terzo Paradiso è stato installato nell'atrio della sede del Consiglio dell'Unione Europea a Bruxelles durante il semestre di presidenza italiana. 
Michelangelo Pistoletto 
(Biella 1933)

Articolo 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

La Costituzione non si accontenta della nostra neutralità, ci chiede di esserci, in tutte le comunità di cui facciamo parte, dalla famiglia al mondo; di scegliere da che parte stare; di non rimanere inerti. 
Don Lorenzo Milani afferma che ognuno è responsabile di tutto. 
Quindi anche noi abbiamo la nostra parte di responsabilità se ci sono le mafie, la corruzione, la povertà, la violenza sulle donne, la pedofilia… Certo, non dobbiamo autoflagellarci, né partorire imprese titaniche o correre rischi irragionevoli, ma quello che possiamo dovremmo farlo! 
Proviamo ad analizzare il nostro quotidiano e riflettiamo su come possiamo anche noi combattere le mafie. Nessuno ci chiede di metterci ad indagare, di intervenire per evitare una rapina, di sparare ai banditi, ma potremmo almeno non comprare i videogiochi taroccati, le false griffe, perché così riconosciamo un ruolo imprenditoriale alle mafie, che ne gestiscono il traffico! Potremmo rilasciare sempre lo scontrino se siamo commercianti, la fattura se siamo professionisti, non far passare la carta per prosciutto se facciamo i salumieri. Anche pagare il pizzo è una forma di consenso alle attività criminali, o assumere sostanze stupefacenti, o dare la “mancia” per avere prima un certificato. L’evasione fiscale è una delle forme più significative di fuga dalle responsabilità. Con i soldi che sottraiamo all’erario si potrebbero costruire più scuole, aumentare le strutture sociali, assumere più poliziotti. 
Accontentando la Costituzione, saremmo responsabili di un mondo migliore. Basterebbe fare il proprio dovere! Ma, se vogliamo, possiamo anche svolgere attività associative, di volontariato per lenire gli effetti delle ingiustizie, per limitarle, per impedirle. (Tratto da La Costituzione al Museo Marano)

Il nostro commento

Il lavoro è il contributo che ciascuno di noi può dare, non esiste democrazia senza responsabilità. Lavoro vuol dire impegno, l’impegno di fare quanto è in noi, non è una macchina ma un pezzo di carta, perché si muova bisogna che ognuno, ogni giorno vi metta il proprio combustibile, la propria responsabilità. Solo quando sarà raggiunta la piena occupazione, sarà garantito un lavoro a tutti potremmo dire che questa formula corrisponda alla realtà. Tanti sono gli ostacoli da rimuovere ancora oggi. La Costituzione apre la via verso l’avvenire.

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