LA COSTITUZIONE AL
MUSEO
Nell'ambito del progetto PON
"Blogger d'autore" abbiamo avuto un incontro con gli alunni della
classe 5D dell'indirizzo turistico dell'ITC che guidati dalle professoresse
Ripa e Bellacosa, lo scorso anno hanno partecipato al progetto, prodotto
dall'associazione Marano Ragazzi spot festival per il Consorzio Scuola Città di
Marano, "A regola d'arte" La Costituzione al museo, nell'ambito
dell'alternanza scuola lavoro. Esso mirava ad incrociare i valori, i sentimenti
e la bellezza con l'obiettivo di avvicinare i ragazzi ai valori della legalità attraverso
la visione interattiva di riproduzioni di opere d'arte.
Insieme a loro abbiamo rivisto il
lavoro, è stato un bel momento di condivisione e riflessione sui principi
fondamentali della Costituzione (contenuti negli artt. 1 – 12) non a caso hanno ricevuto tale collocazione da parte dei
Costituenti: rappresentano il nucleo di valori a fondamento di ogni
altro atto normativo gerarchicamente subordinato e dell’azione dei
poteri dello Stato. Perciò essi sono anche detti “supernorme”, in quanto
non sarebbero modificabili neppure con il procedimento di revisione costituzionale
di cui all’art. 139, perché equivarrebbe ad un sovvertimento dell’assetto
costituzionale.
Ciò vuol dire che la caratteristica della nostra Costituzione, al pari di altre contemporanee, è che essa ha inteso offrire, accanto a norme più propriamente organizzative dell’assetto istituzionale, altre essenziali in cui viene affermata solennemente l’intangibilità di un nucleo, i principi fondamentali.
Ciò vuol dire che la caratteristica della nostra Costituzione, al pari di altre contemporanee, è che essa ha inteso offrire, accanto a norme più propriamente organizzative dell’assetto istituzionale, altre essenziali in cui viene affermata solennemente l’intangibilità di un nucleo, i principi fondamentali.
Il loro
valore si dice essere “precettivo” e non “programmatico”: sono quindi norme suscettibili di applicazione diretta
anche quando manchi, nel caso concreto, una esauriente disciplina ordinaria di
dettaglio.
L’eventuale violazione di questi principi costituzionali da parte del legislatore ordinario determina l’illegittimità costituzionale della legge stessa.
L’eventuale violazione di questi principi costituzionali da parte del legislatore ordinario determina l’illegittimità costituzionale della legge stessa.
Tanto
premesso, i primi dodici articoli della Costituzione 1 affermano
i seguenti principi:
- Democraticità - art. 1,
1° comma
- Sovranità popolare –
art. 1, 2° comma
- Inviolabilità dei
diritti – art. 2
- Uguaglianza formale ed
uguaglianza sostanziale – art. 3
- Diritto al lavoro – art.
4
- Riconoscimento delle
autonomie locali – art. 5
- Tutela delle minoranze
linguistiche – art. 6
- Libertà religiosa – art.
8
- Sviluppo della cultura,
della tutela ambientale e del patrimonio storico ed artistico – art. 9
- Ripudio della guerra
come strumento di offesa – art. 11
- Riconoscimento di
collaborazioni internazionali – art. 10
- Struttura della bandiera
italiana – art. 12
I
principi fondamentali sono reperibili in: http://www.quirinale.it/qrnw/costituzione/costituzione.html
Abbiamo
scelto di riportare solo tre delle immagini con le quali A regola d’arte” di
Marano ha rappresentato i 12
principi fondamentali della Costituzione, seguito da un breve commento della
nostra redazione, riportiamo di seguito il link al progetto sopra citato
La
fanciulla, pallida e affranta, è una rappresentazione allegorica dell'Italia
dopo la sconfitta dei moti risorgimentali del 1848 e della conseguente reazione
asburigca nel Lombardo-Veneto. Regge tra le mani una croce, su cui sono
riportate le date delle Cinque giornate di Milano, e un volume con su scritto
“Storia d’Italia”.
Frencesco Hayez
(Venezia 1791- Milano 1882)
(Venezia 1791- Milano 1882)
Il nostro commento
L’aver rappresentato l’Italia come
una giovane donna sembra farci riflettere sulla fragilità e insieme sulla
grande potenza creatrice che lo Stato ha per i sui “figli” – cittadini.
Bambina con la colomba
Tra le opere giovanili dell'autore, questo dipinto ritrae
con grande immediatezza espressiva una bimba che regge nelle mani una colomba,
simbolo di pace. Le forme sono rese con linee rapide, in una scala cromatica
incetrata sul verde. La colomba, un elemento iconografico che torenerà
frequentemente nella produzione di Picasso, era anche il soggetto preferito di
Don Jose Ruiz, padre dell'artista.
Pablo Picasso
(Malaga 1881 - Mougins 1973)
Articolo 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà
politica, economica e sociale.
Il rispetto... è la cosa più bella che ha inventato la Costituzione!
Prima c’era solo la tolleranza, che consente di accettare
le altre, gli altri, ma le/li pone ad un livello inferiore: Noi cattolici
abbiamo la verità, però tolleriamo i musulmani anche se non ce l’hanno. Noi
eterosessuali tolleriamo gli omosessuali, però noi siamo sani, loro sono malati
o comunque immondi.
Il rispetto elimina i piedistalli e mette tutti sullo
stesso piano. Ibrahim, il vostro compagno di scuola, è uno di voi non perché
gli fate la carità o lo tollerate, ma perché è uguale a voi... La civiltà è
rispettare i diritti di tutte, tutti... in particolare quelli inviolabili, come
la vita, la salute, la pace…
Però… C’è un però! L’articolo 2 riconosce i diritti
inviolabili dell’uomo. E la donna? È andata a fare la spesa? Sta stirando le mutande?
o lavando i piatti? Teniamo gli occhi bene aperti: la stessa Costituzione
commette un’ingiustizia! La donna andrebbe risarcita per tante vessazioni,
compresa la “dimenticanza” della Costituzione, che comunque sicuramente
ricomprende nella parola “uomo” anche la donna, tanto che nell’articolo 3
sancisce esplicitamente l’uguaglianza fra donna e uomo. Però la questione
sarebbe inequivocabilmente risolta sostituendo il vocabolo “uomo” dell’artico 2
con “persona”, che rende uguali tutti gli esseri umani anche nel
linguaggio.
(Tratto da La Costituzione al Museo Marano)
Il nostro commento
Terzo paradiso
Il simbolo del Terzo Paradiso,
che riconfigura il segno matematico dell'infinito, è composto da tre cerchi
consecutivi. I due cerchi esterni rappresentano l'opposizione tra natura e
artificio, quello centrale costituisce la sintesi tra i due opposti, ed è
considerato dall'artista "il grembo generativo della nuova umanità".
Nel 2014 il simbolo del Terzo Paradiso è stato installato nell'atrio della sede
del Consiglio dell'Unione Europea a Bruxelles durante il semestre di presidenza
italiana.
Michelangelo Pistoletto
(Biella 1933)
Articolo 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al
lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
La Costituzione non si accontenta
della nostra neutralità, ci chiede di esserci, in tutte le comunità di cui
facciamo parte, dalla famiglia al mondo; di scegliere da che parte stare; di
non rimanere inerti.
Don Lorenzo Milani afferma che
ognuno è responsabile di tutto.
Quindi anche noi abbiamo la
nostra parte di responsabilità se ci sono le mafie, la corruzione, la povertà,
la violenza sulle donne, la pedofilia… Certo, non dobbiamo autoflagellarci, né
partorire imprese titaniche o correre rischi irragionevoli, ma quello che
possiamo dovremmo farlo!
Proviamo ad analizzare il nostro
quotidiano e riflettiamo su come possiamo anche noi combattere le mafie.
Nessuno ci chiede di metterci ad indagare, di intervenire per evitare una
rapina, di sparare ai banditi, ma potremmo almeno non comprare i videogiochi
taroccati, le false griffe, perché così riconosciamo un ruolo imprenditoriale
alle mafie, che ne gestiscono il traffico! Potremmo rilasciare sempre lo
scontrino se siamo commercianti, la fattura se siamo professionisti, non far
passare la carta per prosciutto se facciamo i salumieri. Anche pagare il pizzo
è una forma di consenso alle attività criminali, o assumere sostanze
stupefacenti, o dare la “mancia” per avere prima un certificato. L’evasione
fiscale è una delle forme più significative di fuga dalle responsabilità. Con i
soldi che sottraiamo all’erario si potrebbero costruire più scuole, aumentare
le strutture sociali, assumere più poliziotti.
Accontentando la Costituzione,
saremmo responsabili di un mondo migliore. Basterebbe fare il proprio dovere!
Ma, se vogliamo, possiamo anche svolgere attività associative, di volontariato
per lenire gli effetti delle ingiustizie, per limitarle, per impedirle. (Tratto
da La Costituzione al Museo Marano)
Il nostro commento
Il lavoro è il contributo che
ciascuno di noi può dare, non esiste democrazia senza responsabilità. Lavoro vuol
dire impegno, l’impegno di fare quanto è in noi, non è una macchina ma un pezzo
di carta, perché si muova bisogna che ognuno, ogni giorno vi metta il proprio
combustibile, la propria responsabilità. Solo quando sarà raggiunta la piena
occupazione, sarà garantito un lavoro a tutti potremmo dire che questa formula
corrisponda alla realtà. Tanti sono gli ostacoli da rimuovere ancora oggi. La
Costituzione apre la via verso l’avvenire.
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